Gildoni, una vita nei carabinieri
Era appena arrivato a Vicenza
Il tenente colonnello Valerio Gildoni in una foto d'archivio: qui è a Roma, alle sue spalle Doina Matei, la rumena accusata dell'omicidio di Vanessa Russo, trafitta con un ombrello nella metropolitana
Appena quarantenne ma con una carriera già intensa alle spalle ed un incarico, quello che aveva appena assunto, di prestigio. Valerio Gildoni, il tenente colonnello ucciso ieri sera da Battista Zanellato, l’anziano pensionato che si è barricato in casa dopo avergli sparato contro un colpo di fucile, era originario di Città Di Castello (Perugia) dove era nato nel gennaio del 1969.
Sposato, ma senza figli, aveva intrapreso giovanissimo gli studi e la carriera militare: prima la scuola Nunziatella, poi l’Accademia militare di Modena. È stato comandante di plotone alla Scuola sottufficiali carabinieri di Firenze, quindi comandante del nucleo operativo Milano Duomo e poi comandante di compagnia a Bressanone, Partinico e Roma Montesacro, ruolo nel quale si è occupato anche di clamorosi fatti di cronaca, come quello della morte di Vanessa Russo, uccisa nella metro romana trafitta da un colpo d’ombrello infertole da Doina Matei.
Gildoni, che ha svolto servizio anche allo Stato maggiore della Difesa, aveva seguito il corso Issmi (l’Istituto superiore stato maggiore interforze) ed aveva preso servizio appena lunedì come comandante del reparto operativo di Vicenza. Nella città veneta sono giunti, la notte scorsa, la moglie ed il padre e, stamani, i genitori con il fratello sacerdote.